L’uomo ha sentito, fin dai tempi più antichi, la necessità di proteggere i piedi da freddo, pioggia, terreni accidentati o violente battaglie e si sono sempre realizzate delle calzature “artigianali” e su misura.
I numeri che troviamo scritti sulla suola o dentro le calzature corrispondono a precise lunghezze: in generale, l’unità di misura con cui si esprimono questi numeri in Europa è il “punto francese”, che corrisponde a 6,6 mm, mentre nei paesi anglosassoni si usa il punto inglese, di 8,4 mm.
Se calzate perfettamente un numero 33, ad esempio, il vostro piede dovrebbe misurare circa 21 cm, mentre se avete il 39, dovreste avere i piedi lunghi 25 cm.
Come è nata la misura delle scarpe?
L’attuale numerazione delle scarpe fu introdotta tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, quando si iniziò a produrre scarpe in modo industriale con appositi macchinari che permettevano di realizzarne grandissimi quantitativi in breve tempo, divisi in lotti di diverse misure.
La prima fabbrica che produsse scarpe di qualità in serie fu, nel 1892, la Mansfield Shoe company inglese.
La misura delle scarpe
L’unità di misura standard che viene utilizzata fin dal 18° secolo è il PUNTO. Il problema è che ogni nazione aveva il suo modo di valutare la misura del punto. Questo cambiò solamente verso la fine del 19° secolo, quando nacque un mercato di massa per le calzature.
La misura FRANCESE:
Il punto francese ebbe grande diffusione fin dall’inizio del 19° secolo. Misura 2/3 di 1 cm, cioè 6,667 mm. Ben presto però, per renderlo più efficiente, venne introdotta la mezza misura.
La misura INGLESE:
Fu creata del 1324 dal sovrano Edoardo II. Egli stabilì che 3 grani d’orzo messi uno in fila all’altro misurano 1 pollice – 2,54 cm. E che 12 pollici misurano 1 PIEDE – 30,48 cm.
L’unità di misura delle scarpe inglesi è la lunghezza di un grano d’orzo, 1/3 di pollice: 0,846 cm. Per aumentare la precisione si passò presto alle mezze misure anche qui, cioè 0,423 cm.
La misura AMERICANA:
Praticamente identica a quella inglese, con la sola differenza che la prima misura americana inizia 2,116 mm prima di quella inglese.
I giovani d’oggi dalle scarpe con misura più grande
“Scarpe così non dovrebbero restare chiuse in un armadio. Dovrebbero vivere una vita di scandalo e passione”.
È la celebre citazione di Cameron Diaz in “In her shoes”, la storia di due sorelle che in comune hanno una particolare taglia di scarpe: il 42. Anche la scarpetta di Cenerentola oggi sarebbe di due numeri più grande così come il mocassino del Principe azzurro.
Il mondo, visto dal basso, è decisamente cambiato. Se sino a trent’anni fa le donne avevano un piede cesellato sulla taglia 37, adesso calzano scarpe di un numero decisamente oversize. E gli uomini sono passati dalla 42 alla 44. con non poche eccezioni per un 45. Questo in Italia come nel mondo.
A documentare questa rivoluzione podologica sono in molti, dalla britannica Society of Chiropodists and Podiatrists all’Associazione Italiana Podologi. Il fenomeno rientra in un quadro più ampio che ci vuole fisicamente diversi.
«La popolazione mondiale è più alta e più grande», spiega Sandro Rossetti, primario del reparto di ortopedia al San Camillo di Roma, «le nostre strutture fisiche sono mutate a tutte le latitudini e abbiamo mani e piedi più lunghi. Persino gli orientali, da sempre minuti, stanno guadagnando centimetri in altezza».
Come spiega questo cambio di misure? «Sicuramente con un’alimentazione più industriale che, vedi il caso della carne bianca e rossa, nasconde spesso ormoni che fanno crescere di più. Per non parlare dell’uso eccessivo di antibiotici che possono influenzare il metabolismo e fare aumentare di peso».
I piedi di un paio di numeri in più sono materia di studio per Mauro Montesi, presidente dell’Associazione Italiana Podologi.
«Nei giovani il piede tende a crescere di generazione in generazione e questo fa parte di un allungamento generale – spiega Montesi – negli anziani invece si rimpicciolisce se non c’è un aumento di peso. L’importante però è che le calzature si adeguino».
Ed ecco che la rivoluzione arriva anche tra i principali marchi della moda. C’è chi lancia sul mercato, oltre alla tradizionale misura legata alla lunghezza del piede, le misurazioni in base alla larghezza della pianta.
Lo storico marchio Ferragamo propone, per esempio, le sottotaglie A, B, C e D per assecondare piedi più o meno affusolati. Mentre, in America, Taryn Rose una ex ortopedica californiana ha lanciato calzature per estremità problematiche e look da passerella, unendo la moda alle esigenze specifiche. Per molti naturalmente si torna alla scarpa su misura.
I piedi oggi sono mutevoli: i ragazzi spesso portano scarpe da ginnastica poco contenitive e questo incide sulla grandezza in quanto il piede, stando in libertà, tende ad allargarsi e sempre più spesso dobbiamo fare modifiche legate alle forme oltre che all’estetica.
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